"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

27 Giugno 2019. San Diego.

Buongiorno un cavolo! Oggi la nostra solita fortuna ci ha lasciati per un po. Usciamo alle 8.00 dall'hotel per prendere la macchina o anche per lasciarla lì dove l'abbiamo lasciata e pagare qualche ora, il tempo di fare colazione e prepararci per uscire ad esplorare questa bella città. La macchina è sparita!!! Brutta sensazione, non ve la auguro. Nessuna macchina, delle tantissimi della sera prima, era lì; la strada era completamente sgombra. Capiamo subito che ce l'hanno portata via, non rubata, ma perché. Riguardiamo i cartelli, tutto regolare. Chiediamo ad un tipo che stava lavorando lì vicino e ci dice che sicuramente l'hanno portata via perché dalle 7.30 questa strada diventava a 4 corsi, tutta percorribile senza aree di sosta; ma il cartello? Il cartello indicava infatti due giorni, Lunedì - Venerdì dalle 7.30 corsie 4. Per noi, avendone visto tanti altri con elenco di giorni, ci sembrava indicasse due giorni settimana, invece vuol dire "dal lunedì al venerdi"...azzzz. Sicuramente non è corretta un'indicazione così ma ormai è fatta. Questo tipo ci indica a chi rivolgerci e quindi, riusciamo a trovare lì vicino un altro tipo con l'auto che monitora e fa manutenzione ai parchimetri, è la persona giusta. Lo disturbiamo mentre fa il suo lavoro e lui, senza esitare, ci aiuta tantissimo. Molla tutto e comincia a chiamare per noi la compagnia che probabilmente ha portato via la macchina; altra telefonata; altra ancora e ci da tutte le informazioni utili. Riesce a farci sapere dove è stata portata la macchina, in un deposito a circa 7 km di distanza: come  ci arriviamo? Taxi? No, ci dice di utilizzare Uber (Uber è un'azienda con sede a San Francisco che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato attraverso un'applicazione mobile che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti. Insieme a AirBnb è considerato uno dei maggiori rappresentanti della cosiddetta sharing economy. Wikipedia). Ma Uber necessità di rete e app scaricata; noi non abbiamo né l'una né l'altra. Grazie a Isa, che invece ha adottato Uber da sempre, riusciamo ad avere questo passaggio e arriviamo alla nostra macchina. Deposito super sigillato, signorina super gentile ma super meticolosa ci fa conti e riconti; trova inghippi nella documentazione del noleggio Alamo che ha fatto un errore; insomma, dopo circa un'ora riusciamo a riavere l'auto, pagando "solo" 291 $$$ 😭Non è finita qui; c'è la multa, 52 $ 😩dove si paga??? La ragazza ci da un indirizzo al centro di San Diego. GPS, Google Map ci guida in questo posto: il nulla. Un vigilante dentro ad un auto in sosta, che fa evidentemente vigilanza la fuori, mi indica esattamente dove sta questo ufficio riscossioni; niente popodimeno che nel seminterrato di un parcheggio lì vicino; non ci saremmo mai arrivati senza aiuto. Entriamo nel parcheggio e chiediamo ad un signore di vigilanza parking. Ultra gentile fa parcheggiare Gigi e accompagna me direttamente agli uffici riscossione. Pagata anche la multa😩. Sono le 11 circa e siamo distrutti. Un'esperienza stressante, da incubo. Una cosa però ce l'ha insegnata; la pietà, quel sentimento meraviglioso, spesso mal interpretato, differente dalla pietas romana, che induce amore, compassione e rispetto per le altre persone, esiste. Quattro anime incontrate per caso, ognuna impegnata nel proprio lavoro, ognuna con i propri problemi, non ha esitato ad aiutarci. Se non fosse stato per la prima persona, un Signore di colore che lavorava lì vicino; per il Signore dei parchimetri, di una gentilezza disarmante; per il Vigilante che sorvegliava fuori al parcheggio; per il Signore della vigilanza parcheggi, noi staremmo ancora a cercare la macchina. Senza aggiungere altro vorremmo dire che a volte ci sono fugaci incontri nella vita, veloci, unici, irripetibili, che sono così importanti e così decisivi per la risoluzione di una piccola/ grande difficoltà, disavventura,  che rimarranno per sempre con noi, che vorremmo tanto poter rivedere, ringraziare e magari coltivare. Sono angeli che vagano sulla terra, che si incontrano nel posto giusto e al momento giusto, quando meno te lo aspetti. Dopo questa esperienza di vita e, aimè, di parcheggio sbagliato, non ci facciamo abbattere e andiamo a vedere cosa offre San Diego. Del resto dopo mesi di tanta fortuna, un piccolo imprevisto ci sta, speriamo siano sempre così. Andiamo alla volta di La Jolla, una località sul mare, famosa per le sue belle case, i suoi campi da golf e per i tantissimi leoni marini spiaggiati. C'è ne sono davvero tantissimi, sono buffi e simpatici e tanta gente ne è affascinata come noi. Per noi non è la prima volta, già a San Francisco li abbiamo visti al molo 39, ma qui si fanno avvicinare tantissimo. È una bella zona di mare, dove passeggiare o semplicemente prendere il sole. Dopo questa tappa raggiungiamo un'altra zona chamta Balboa il cosiddetto polmone verde della città; è un luogo di grande bellezza architettonica, naturale e di svago. Ci sono giardini, musei, zoo (riserva di recupero), spazi dove correre o rilassarsi, teatri e tante riproduzioni della nostra amata Spagna, di alcune città soprattutto, come Ronda e Alcazar(i giardini). Sinceramente, dopo un paio d'ore di cazzeggio qui compresa  la visita al museo della fotografia, andiamo via con la sensazione di una copia malconcia della nostra amatissima Spagna nonostante sia un luogo molto bello e interessante per stare tutta una giornata, per famiglie o giovani interessati all'arte e alla cultura, da vedere. Sono le 17.30 circa e decidiamo di tornare sulla costa della Ocean Beach, quella di ieri, però un po più avanti nella rinomata Sunset Street. È una strada che fiancheggia tutta la costa da cui godersi un bel panorama ma non oggi perché è nuvoloso. Stiamo a guardare la gente che va e viene di corsa o in bici; che fa jogging o segue lezioni di yoga con insegnante. Nella zona dove ieri c'erano gli hippies e il mercato non c'è più nulla. Rimasugli di personaggi strani, di gente ancora in canna e nient'altro. Siamo stati fortunati ieri a vedere tanto spettacolo. Si fa sera e rimaniamo qui a mangiare, oggi messicano con tacos deliziosi e birra freschissima, il ristorantino si chiama .........e con 23 dollari abbiamo tre draft beer, 4 tacos enormi e tanta gentilezza, come sempre in America. Giornatina difficile all'inizio ma poi, diremmo, "girata bene".

26 Giugno 2019. Da Visalia a San Diego, trasferimento


Finito con i parchi si va nella bella San Diego, la messicana della California. I Km sono tanti, poco meno di 600 e quindi ci si divide la guida. Inizio io mentre Gi scarica le foto sul supporto Hardisk. La giornata è calda e c'è tanto traffico. Ogno tanto il cielo Sian nuvola e la cappa bianca ricorda Milano. Partiamo alle 9.00 e arriviamo alle 14.30. Il nostro hotel si chiama Confort Inn e sta nel cuore di Gaslamp uno dei quartieri più importanti della città, dove hanno sede uffici, bei negozi e tanti locali IN. Insomma siamo messi bene...come hotel intendo. Il prezzo per notte è relativamente corretto, per posizione e città importante (130 dollari a notte, compreso di tasse,  con una mega colazione inclusa). San Diego è una metropoli, una megalopoli molto messicana. Oltre 1.400.000 abitanti si muovono continuamente con auto e metropolitana in superficie. È una delle poche grandi città americane a non avere la metropolitana sotterranea. Il traffico è sempre intenso ma la seccatura più grande è trovare parcheggio. I parcheggi negli States sono quasi tutti a pagamento; difficile trovare qualcosa a gratis; giusto la notte, qualche spazio si può trovare ma è davvero complicato. Il nostro albergo poi, come tanti altri, ha una tariffa per il parcheggio poco economica, 24 dollari al giorno. Dopo avere depositato i bagagli usciamo e raggiungiamo la costa, la parte chiamata Ocean Beach. Dopo diversi tentativi troviamo un parcheggio. C'è una marea di gente in giro, tutti festosi e allegri, anche grazie alla Cannabis che qui è come l'aria, anzi è proprio nell'aria. In California è legalizzata. La spiaggia è proprio carina, tante persone, bimbi e giovani la affollano. Sentiamo musica martellante venire da una parte della spiaggia, andiamo. Proprio in prossimità di essa, sui prati fronte strada, una miriade di suonatori (sarebbe troppo chiamarli musicisti) che strimpellano chitarre e suonano percussioni. Intorno una comunità Hippie di attempato dimenticati da Dio e giovani sbandati ancora convinti che sballarsi sia sinonimo di libertà. Suonano, ballano, saltano, insomma il clima è molto festoso e "tranquillo" molto sui generis. Mi ricorda vagamente il film The Beach (2000), in cui un giovane Leonardo di Caprio, si ritrova catapultato in un'isola in cui una misteriosa comunità hippie ricerca il Nirvana, ma ..(da vedere). Cani, neonati, donne  che si mostrano senza alcuna remora, poco vestite e poco guardabili; qualcuna va in giro con minerali portafortuna e scarica benessere. Qualche altro, completamente dimentico dell'involucro molto invecchiato, si comporta ancora come nell'America di 60anni fa, dove si diceva "Fate l'Amore Non la Guerra" dove " l'Amore è più importante dei Soldi" e dove le droghe, purtroppo, accompagnavano spesso questi bellissimi ma utopistici luoghi comuni. Stiamo qui per ore, affascinati da questa umanità un po persa ma sempre comunque interessante. Gigi si fa un giro di...Cajon, uno strumento che abbiamo anche a casa, costruito da lui medesimo, che spesso, per diletto, suona. Al suo fianco un tipo "svestito" da Santone, con un "cannone" in mano, lo incita e cerca probabilmente di offrirgli un "tiro" ma senza alcuna speranza di riuscita! Ci divertiamo ad osservare le stranezze di questa gente """libera""". Nelle strade limitrofe bancarelle di roba da mangiare; dal dolce agli arrosti; dal messicano al vetnamita, un sacco di bontà ma senza possibilità di sedersi un po. Decidiamo quindi di sbragarsi in un locale a bere due buone birre, anche tre, e mangiare qualcosa. Il locale si chiama Bravo's e, oltre che molto carino e molto mexican/american style, ci fa degustare 4 tipi di birra dalla meno alcolica alla più alcolalica (10°). Stiamo benissimo, altro che canna! Continuiamo a passeggiare intorno a questi matti e a tanti veri sbandati, senzatetto; troppi. Si rientra, si deve trovare un parcheggio alternativo al parcheggio dell'albergo perché 24 dollari per noi sono un furto con scasso. Un'ora in giro; nulla. Da una parte no dalle alle; dall'altra no perché c'è la pulizia mattuttina; poi i lavori in corso, insomma un macello. Alla fine, esausti, riusciamo a trovare un buco dove tutte le indicazioni sono veti per i giorni successivi ma non per stanotte. Lasciata la macchina lì col proposito di spostarla entro le 8.30, orario in cui inizia il parcheggio a pagamento, perché alcuni, come questo, la notte, sono gratis. Via in doccia e a nanna.

25 Giugno 2019. Sequoia National Park


Ebbene si, siamo arrivati alla fine del nostro lungo peregrinare tra i parchi nazionali degli Stati Uniti, quelli della West Coast. Oggi visiteremo Sequoia che dista dalla cittadina in cui risiediamo da ieri notte, Visalia, circa una sessantina di km. La giornata è tersa e caldissima. Qui, da ieri, siamo ripiombati nell'estate più calda che abbiamo provato dalla Cambogia in poi. Ormai non eravamo più abituati al caldo torrido e un po di sofferenza la proviamo, ma il caldo alla fine ci piace. Arriviamo all'ingresso di Sequoia e da qui, dopo aver percorso qualche km e visitato il Visitor Center Foothills, dove ci hanno dato alcune dritte, iniziamo la nostra visita al parco. La strada da percorrere è un continuo susseguirsi di curve, è la Generals Highway, in alcune parti servita anche dal bus navetta del parco. Ci fermiamo al parcheggio del Giant Forest Museum dove vediamo e fotografiamo le prime meravigliose sequoie, prima fra tutte La Sentinella, che sta di fronte all'ingresso del museo. In quest'ultimo invece, apprezziamo il lavoro di sensibilizzazione che gli operatori Rangers, continuano a fare in merito al pericolo incendi e alla incommensurabile perdita che da questi scaturisce. Da qui, presa la Crescent Meadow road, ci dirigiamo verso un'attrazione alquanto famosa: Moro Rock. Prima di arrivare a questo, ci incuriosisce un sentierio che ci porta su un pianale granitico su cui poggia una roccia che sembra stare in equilibrio instabile (Hiking Rock) e ci offre un panorama su tutta la vallata, compreso  Moro Rock alla nostra sinistra. Tornati in macchina si arriva a Moro Rock; dal parcheggio un piccolo tratto su asfalto che conduce ad un sentirò a gradini (350!!) che ci porta alla sommità di questo roccione, a 2.050 m. Scesi da qui, prossima tappa il Tunnel Log. Lungo il percorso solo sequoie giganti impressionanti, alcune toccate dal fuoco, alcune svuotate dal fuoco che ancora stanno in vita. Sono alberi maestosi, forti e spettacolari, personalmente sono tra i più belli che abbia mai visto, compreso i baobab. Arrivati al Tunnel Log, assolutamente da vedere, vi passiamo attraverso con tanto di foto di rito; è una Sequoia sradicata e posta perpendicolarmente alla strada. Per poter far accedere le auto da questa strada interrotta è stata aperta una cavità nel suo tronco, da cui il piccolo "Tunnel". Proseguendo arriviamo al Crescent Meadow, dove percorriamo un loop di pochi km attorno a prati, preservati dal calpestio  e salvaguardati dal via vai di gente. È una distesa verdissima di felci rigolgliose, fiorellini rosa, piante a noi sconosciute dalle foglie larghe, pini altissimi, Sugar Pine, che condividono il parco con le sequoie. Non mancano uccellini, scoiattoli anzi Pika, che sono un incrocio tra un topone e uno scoiattolino, farfalle e tanto altro. Fatto il giro, ci attende un panino sul prato vicino al parcheggio. Dopo "pranzo" si va a conoscere il grande General Sherman, una delle sequoie più vecchie del mondo ma non la più vecchia. Ha "solo" 2.200 anni e un diametro di 11 metri per   84  di altezza con 32 metri di circonferenza. Ha il primato mondiale  in larghezza ma il più alto albero del mondo si trova nel Redwood National Park nella costa nord californiana. È una meraviglia della natura , questa madre bistrattata che offre spettacoli di infinita bellezza.  L'area intorno ad esso è delimitata e, fortunatamente, non ci si può avvicinare più di tanto. Tantissima gente intorno e anche noi rimaniamo imbambolata di fronte a sia maestà. da qui, torniamo indietro a ritroso per percorrere la via di rientro. Ci fermiamo per qualche foto lungo strada nei punti panoramici e si torna a Visalia. A proposito di Visalia; è una zona ricchissima di frutteti curati meticolosamente, con potature così perfette da sembrare aiuole, maniacali quasi. Un'ampia produzione di frutta che viene venduta anche su strada, dagli stessi coltivatori. Per concludere,il parco di Sequoia si divide in due aree, il Sequoia National Park a sud e il Kings Canyon National Park nella parte settentrionale. Noi ovviamente, per motivi di tempo e anche di stanchezza, ci limitiamo alla parte a sud...e non è poco. Riteniamo si possa vedere in giornata, senza grandi approfondimenti, per i quali è sempre necessario più tempo.
Finiamo così quest'avventura, questo progetto meticolosamente studiato, voluto e organizzato dall'anno scorso, con gli aggiustamenti fatti in corso d'opera, assolutamente necessari. È stato un mese faticoso ma estremamente appagante, così come il contatto con la natura crea con chi, come noi, ne è costantemente affascinato.

24 Giugno 2019. Yosemite National Park


La notte è stata serena, temperatura fantastica. Sveglia alle 7.00. Riordino dell'automobiltenda, che per l'ultima volta usiamo così, e si parte in direzione Vernal Fall. È un trekking molto faticoso perché i suoi 5.200 km sono di salita continua e poi a ritroso in discesa. Si sale dapprima su una strada, purtroppo, asfaltata ma ripida; si arriva ad un ponte (Vernal Fall footbridge) dal quale si può sentire e vedere la potenza della cascata e da quì, per chi se la sente, inizia il trail in sterrato e granito che finisce con centinaia di scaloni granitica sfiancanti,  fianco cascata. Ci si bagna completamente e la sensazione è quasi paurosa. Si sente soltanto il frastuono dell'acqua torrenziale che, freddissima, ti sovrasta. Noi, preventivamente, abbiamo due mantellina usa e getta che indossiamo prontamente. Arrivati su, in cima alla cascata, un arcobaleno pazzesco dai colori netti e brillanti, ci saluta. C'è tantissima gente e tanta ne vediamo salire. Sembra una processione. Il paesaggio è mozzafiato; acqua, granito, verde, colori dell'arcobaleno, scoiattoli alla ricerca di qualcosa di generosamente lasciato dai turisti, uccelli colorati che svolazzano intorno, insomma una favola. Scesi da qui, ribagnandoci quasi completamente, nonostante le mantelline, raggiungiamo esausti ma felici la macchina che ritroviamo al sole....meno male. Rifocillati dal dolce tepore cerchiamo un caffè. All'interno del grande parco ci sono diverse aree attrezzate con mini market, ristorantini e caffetterie ma sono distanti. Qualche km e troviamo l'Half Dome Village, una piccola oasi di attività commerciali; via di caffè. Il caffè americano ha di buono la lunghezza, non finisce mai. Ritemprati, cerchiamo la via per andare al lago chiamato Mirror Lake. Arrivati nei parcheggi vicini(qui passa anche lo shuttle di cui si serve il parco per fermarsi nei vari punti di interesse) iniziamo questa fantastica passeggiata soft di circa 3.500, andata e ritorno, che fiancheggia questa meraviglia. Diverse persone sfidano il gelo dell'acqua facendo il bagno o tuffi dagli scogli affioranti; tanti ammirano lo specchio che riflette le maestose cime granitiche egli alberi intorno; uno dei più bei posti mai visti. L'acqua si sente e si vede dappertutto. Tante foto, tanti bei ricordi. Tornati alla macchina, sono le 14.00, lo stomaco reclama. Ci sediamo intorno ad un tronco/tavolino e ci facciamo due panini con tonno e qualche cartina fresca, nostre provviste. Ore 14.30 circa, è ora di in camminarci per la cittadina che ci ospiterà per due notti, Visalia. Dista circa 230 km e ci vogliono almeno 3 ore per arrivare. Abbiamo optato per questa cittadina che, usciti definitivamente da Yosemite, ci avvicina all'ultimo parco che visiteremo domani il Sequoia National Park. Mentre lasciamo Questa meraviglia di cascate, alberi giganteschi, graniti e arcobaleni, ci fermiamo ancora ad ammirare le sue bellezze. Arriviamo a Visalia intorno alle 18.00. L'albergo prenotato è della catena Super 8, costo per due notti (comprese le tasse) 157 $. Come sempre è molto accogliente e confortevole, grande camera, buon bano, buona pulizia e parcheggio davanti alla finestra. Facciamo benzina, spesa e ci rintaniamo in camera, siamo esausti. Una doccia e una buona cena non c'è la toglie nessuno...buonanotte.

23 Giugno 2019. Da San Francisco a Yosemite National Park


Partiamo da San Francisco alle 8.00, ci aspetta il nostro penultimo parco, Yosemite. Dista circa 335 km e ci vogliono almeno  4 ore per arrivare. Uscire da San Francisco è abbastanza caotico, soprattutto nell'arteria esterna che collega con altre città. Proseguiamo tranquillamente e poi, arrivati all'ingresso denominato Big Oak Flat Entrance, ci fermiamo all'informatica Station. In Yosemite ci sono diversi Centri di Informazione, almeno 3 dislocati nei vari punti di interesse. In questo oltre a chiedere quali siano le attrazioni i migliori da vedere oggi e domani, chiediamo subito di controllare se sia confermata la prenotazione della nostra piazzola nel campeggio, Upper Pine, perché l'abbiamo fatta online sul sito www.recreation.gov, il sito ufficiale di prenotazioni parchi, ainoi, molto complicato. Tutto ok, ci danno conferma del buon fine della prenotazione e del pagamento ($ 26 a notte). Siamo saliti di quota, ci troviamo a 1500 m. L'arietta è fresca ma la giornata è bellissima. Intraprendiamo la nostra prima meta consigliata dal Ranger: Glacier Point. Attraversiamo tre tunnel con diversi punti panoramici, dopodiché la strada comincia a diventare tortuosa e piena di tornanti; stiamo salendo di quota. Gli scenari che si aprono di fronte a noi non sono piacevoli, anzi, sono tragici. Raccontano e palesano le cicatrici di recenti incendi, dove ettari di bosco rigoglioso sono andati in fumo, lasciando steli di alberi inceneriti; spettacolo straziante. Pe rfortuna, continuando a salire, il bosco riprende la sua struttura naturale: è bellissimo. Un susseguirsi di piante altissime, sequoie, cascate spettacolari e monoliti granitica maestosi.  Siamo tra le montagne della Sierra Nevada. Arriviamo così nei pressi di Glacier Point; è un punto panoramico a quota 2.200 m. Da qui si può godere della vista dall'alto della Yosemite valley, della parte a est del famoso monolite rappresentativo del parco, Half Dome, chiamato così perché ha un taglio netto in un suo versante e dei monti della Sierra Navada con le sue cascate. Da qui continuiamo per Sentinel Dome, altro punto in alto, nella cupola di un monolite granitico. Parcheggiata la macchina iniziamo l'avvicinamento a piedi. Il trekking è abbastanza breve, circa 4 km per due ore, ma molto intenso, si sale sempre. Da quassù, dove soffia un vento gelido, si può godere di un magnifico spettacolo su tutta la vallata a 360°. Dopo qualche decina di minuti in vetta, riprendiamo la discesa fino all'auto. Percorrendo a ritroso la via che ci ha portati fin qui, ci fermiamo al Bridalveil Falls. Parcheggiata la macchina facciamo qualche centinaio di metri e siamo al cospetto di questa spettacolare cascata ricchissima d'acqua che, con la vaporizzazzione di essa, grazie al contributo dei raggi del sole, ci regala un meraviglioso arcobaleno. Dopo attimi di immensità, torniamo sulla terraferma: cercare il campeggio. Fortunatamente è facilmente intuibile e prendiamo possesso della piazzola. Una bottiglia di vino californiano accompagnerà il concludersi della giornata, a domani.

22 Giugno 2019. San Francisco West Side.


  • Nonostante la bella giornata, stamattina dedichiamo alcune ore all'organizzazione dell'ultima parte del nostro girovagare per il mondo, la costa. Approfittiamo della connessione in hotel, perché per qualche giorno saremo fuori "rete". Domani si parte per Yosemite e per ultimo Sequoia National Park. Il nostro viaggio continuerà per San Diego e poi torneremo da Isa e Jonathan con i quali partiremo per New York per il 4 luglio. Da lì, ci separeremo l'8 luglio; loro rientreranno a Los Angeles e noi, Dio volendo e non solo Lui, continueremo per le grandi città della Costa Est senza tralasciare le cascate del Niagara ... insomma, un lavoro 😜😜😜.A parte gli scherzi è davvero complicato correre da una parte all'altra perché, nella sua FIGATA, è abbastanza stancante, soprattutto dopo 7 mesi. Intorno alle 13. 30 usciamo per vedere la parte rimanente della città, quella a ovest. Prendiamo la macchina perché è abbastanza distante. Ci dirigiamo subito al Golden Gate Bridge che anche oggi, nonostante la bella giornata, è circondato da una coltre di nebbia. Praticamente è sempre così. Sembra un timidone che fa capolino con la testa, oltre la coltre bianca, per farsi vedere un pochino; si fa desiderare. Parcheggiata l'auto andiamo proprio ai suoi piedi;saliamo sopra il Fort Point, la struttura fortificata che protegge l'ingresso della baia di San Francisco, dove sono illustrati i punti di difesa e l'attacco di questa area difensiva. Al piano terreno è allestita una mostra dei momenti di vita dei combattenti dei diversi momenti storici che hanno abitato questastruttura con un omaggio a tutti coloro che nel 2102 nel 75 ° anniversario della costruzione hanno prestato la loro opera per esaltarne il prestigio. Molto interessante davvero. Scesi giù, girato intorno e sopra e sotto, finiamo la visita al ponte timido e, ripresa la macchina, andiamo verso la Golden Gate National Recreation Area, ovvero un parco di giardini e aree dedicate al relax, allo sport, al tempo libero insomma.Ci sono anche un museo di arte moderna, lungi da noi, e l'accademia delle scienze; Gi ingressi registrati dai 10 ai 15 dollari. C'è il giardino botanico (9 dollari) e quello giapponese, ma è chiuso alle 18 e avremmo troppo poco tempo. Ci "accontentiamo '' del giardino delle rose, fantastiche rose di tutti i tipi, dai colori e profumi meravigliosi. Rientriamo in hotel e dopo aver riordinato le idee usciamo per cena. Oggi ci andrebbe una pizza e quindi ci dirigiamo verso la zona moli, dove ci sono diverse pizzerie ma alla fine entriamo in un bel locale, minimalsofisticato di nome Roma Antica. Qui ci sono pizze ma anche la pasta e tante cose tipicamente italiane.Di solito non ci va ma oggi siamo stanchi di girare e poi uno dei camerieri, Kevin, giovanissimo napoletano doc giramondo, ci fa tanta simpatia. Il locale è gestito da ragazzi operosi e professionali, quasi tutti italiani. Alla fine ordiniamo due piatti di pasta, ravioli ai porcini e amatriciana: superlativi !!!. Kevin ci offre un tiramisù e noi gli auguriamo buona fortuna e buona vita prima di concludere. Domani lasciamo questa bellissima città. Con i suoi quasi 900.000 abitanti è una meravigliosa città vivibilissima; sono tanti spazi in uno. Spazi immensi verdi, dove puoi fare qualunque cosa nel tempo libero; musei; zone modernissime con negozi, locali, grattacieli e poi le aree più caratteristiche come Chinatown, il quartiere italiano e quello giapponese. La gente poi è sempre molto lenta, rilassante, sorridente e pimpante, sarà sicuramente la vicinanza al mare, all'oceano. La Baia di San Francisco è un'altra zona in cui godere appieno di atmosfera marinaresche miste a divertimento. Ci è davvero piaciuta tanto, torneremo molto volentieri magari a soggiornare  un po di più ... chissà.

21 Giugno 2019, San Francisco. SF MOMA Museum


Questa bella giornata, abbastanza assolata ma sempre freddina, ci vedrà di cultura. Direzione Museo d'arte Moderna,il MOMA di San Francisco, sulla falsa riga del MoMa newyorchese. Dista 3 km dall'hotel ma la giornata ci invita ad andare a piedi. Passiamo tra le vie e i quartieri di questa bella città, tra qualche homless, gente che si rilassa, che corre, che va a lavoro. Arriviamo alMuseo, costo ingresso 25 dollari a cranio. 7 piani di arte moderna. Tattica: saliamo al 7° per poi scendere. In questo piano c'è una mostra temporanea di un'artista eclettica e particolare, Suzanne Lacy. È una pioniera dell'arte, socialmente impegnata; promuove il dialogo e le collaborazioni con le comunità - artisti, attivisti, organizzazioni, scuole.  ""Dagli anni '70 ha usato strategie di organizzazione della comunità e interventi mediatici per stimolare discussioni su questioni sociali urgenti, tra cui femminismo, violenza contro le donne, razzismo e diritti dei lavoratori.  Questi progetti spesso culminano in performance coreografate che riuniscono diversi gruppi di partecipanti per condividere le loro storie"". Tanto di cappello ma sinceramente abbastanza incomprensibili alcune "opere". C'è anche una scultura vivente, una ragazza in mezzo ad un mucchio di magliette e stracci che  cuce....le trame della vita che va a pezzi? per ogni rappresentazione c'è una didascalia ma, sinceramente, non capiamo neanche quelle e non per la lingua. Giù scendendo di di piano in piano, tra Andy Wharol e altri, a noi, meno conosciuti, cerchiamo di farci piacere queste opere che contano per il loro contenuto. Visivamente sono difficili da digerire anche perché siamo molto ignoranti in materia, ma sinceramente, spesso, non ne capiamo neppure il contenuto. Se dobbiamo dirla proprio tutta, crediamo sia l'ultima volta che metteremo piede in un museo di arte moderna. Ci proviamo ogni volta ma ogni volta non riusciamo ad apprezzarla. Non riusciamo a capire quale sia il passo, il passaggio che, da uno scarabocchio sul muro, da un pezzo di metallo contorto, abbia potuto far avere tale successo e perché. Abbiamo le nostre teorie su questo ed è meglio che ce le teniamo per noi. All'uscita cerchiamo qualcosa da mangiare e ci immergiamo tra i grattacieli della Union Square per poi andare a mangiare in un centro commerciale con una marea di ristoranti all'interno. Dopo pranzo continuiamo a girovagare tra bella gente, sole, piazze, grattacieli. Andiamo in direzione Ferry Bulding, il terminal dei traghetti che si muovono per la baia. È sovrastato da un bell'orologio all'altezza di 75 m. Intorno, piazza e, il fine settimana, bancarelle di roba da mangiare. Rientriamo qualche ora in hotel e poi, siccome la serata non è freddissima come i giorni scorsi, usciamo per cena e andiamo verso i moli. Tantissima gente, luci e ristoranti. Oggi messicano, tra burrito e quesadillas ci divertiamo a guardare ciò che ci gira intorno. Passando per la Beach Street, la strada principale dei moli, tra il museo marittimo e il Fischermans Wharf, al n. 747, c'è una galleria d'arte, una collezione, che gratuitamente, ti porta tra le opere particolarissime e bellissime dell'artista  Theodore Seuss Geisel, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Dr Seuss, fumettista e scrittore. Ha pubblicato oltre 60 libri per bambini che sono stati spesso caratterizzati da una straordinaria fantasia di personaggi. Fra i suoi successi più rinomati si può citare "prosciutto con uova verdi "(Green Eggs and Ham),"il gatto col cappello"(The Cat in the Hat) e tanti altri. Il Grinch è una sua creazione, spesso citato come la migliore opera dello scrittore. Vi suggeriamo di entrare a vedere queste meraviglie. Rifatti gli occhi, prima di rientrare, una golosità: i doughnuts della catena KrispyKreme...una delizia per il palato e la vista.