"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

2 Agosto 2019, Washington (Georgetown).

Ultima giornata in questa bella città. Dedichiamo la mattinata al quartiere chiamato Georgetown che dista pochi km dal nostro hotel. Ci incamminiamo dopo aver fatto colazione 7eleven, sempre conveniente e buona. Per arrivare in questo meraviglioso quartiere a 3 km dalla Capitol hill, attraversiamo uno dei ponti, il "Lauzun's Legion".
Già si nota la diffrenza. Georgetown è la zona residenziale della città; viali alberati  la abbelliscono. Locali e ristoranti specializzati nel seafood e cucine etniche si contendono gli spazi dell'arteria principale. Poco traffico e nessun semaforo a regolarizzare le auto che, sempre correttamente, danno precedenza e seguono le giuste regole di comportamento. È un bijou; le stradine interne, lastricate con mattoncini rossi, sono lo spazio prediletto di bellissime "casette", abitazioni con tetti spioventi e spesso con finestre all'inglese. Niente di quello che spesso crediamo degli americani, lo sfarzo ostentato. Niente di pomposo e niente di rozzo anzi.
Qui lo stile e la sobria eleganza la fanno da padrona. Ogni villino ha il suo piccolo ma curatissimo giardino; spesso le porte sono affiancate da lampioncini e spesso in essi arde una fiammella. Le casette stilose con le facciate di mattoncini rossi si alternano a quelle con intonaci di colori sobri e luminosi, spesso bianchi o grigio chiaro, accompagnati e ben abbinati a quelli degli infissi; finestre con le imposte di legno colorato che ben si abbinano al contesto. L'atmosfera che regna è quella del benessere non ostentato e rilassante. Passeggiare qui equivale ad una pausa relax in cui ti rigenerei e ti sembra di stare da tutt'altra parte invece che in una delle città più importanti  del mondo.
Tra le tante piccole grandi cose da vedere vi sono giardini, case storiche e il "Dumbarton Oaks Museum". È un edificio residenziale di stile coloniale che fu residenza, tra gli altri, dei coniugi Bliss. Ospita collezioni di arte bizantina e precolombiana, nonché opere d'arte e arredi europeo. [Mildred e Robert Woods Bliss iniziarono queste collezioni nella prima metà del XX secolo e fornirono la visione per acquisizioni future anche dopo aver consegnato Dumbarton Oaks alla Harvard University nel '40. L'istituto di ricerca che è emerso da questo lascito è dedicato a sostenere la borsa di studio nei
campi degli studi bizantini e precolombiani , nonché la progettazione di giardini e l'architettura del paesaggio, in particolare attraverso borse di studio sulla ricerca, incontri, mostre e pubblicazioni[... ].
"La missione di Dumbarton Oaks è di sostenere e promuovere la borsa di studio in tre aree di studio: bizantina, precolombiana e architettura del giardino e del paesaggio. Attraverso un programma di borse di studio, l'istituto invita studiosi di tutto il mondo per un anno accademico o un'estate a proseguire la ricerca individuale. Un programma di sovvenzioni supporta anche la ricerca archeologica, l'analisi dei materiali e le indagini fotografiche su oggetti e monumenti. Inoltre, ogni programma di studi sponsorizza conferenze pubbliche, simposi e colloqui, nonché pubblicazioni accademiche tra cui riviste annuali, atti di simposio e monografie occasionali".
Insomma si da tanta importanza alla cultura umanistica degli albori. Il motivo della scelta di queste epoche è che agli inizi del XX° secolo furono più facili e assidui i contatti tra gli Stati Uniti e il resto del mondo e la passione dei coniugi Bliss  per l'impero romano d'oriente e per le popolazioni precolombiane erano il modo per conoscere meglio l'interpretazione "mediterranea" e quella sud americana delle discipline umanistiche a cui davano la massima importanza per lo sviluppo delle future generazioni. Il museo, che non è grandissimo, si sviluppa su un piano solo, è uno dei più ordinati, fruibili, eleganti musei visti finora.
L'esposizione nelle sale è estremamente comprensibile dal punto di vista cronologico. Si tratta degli stessi periodi visti da aree del mondo diverse. Bisanzio e la sua grande espansione  che contemporaneamente vede svilupparsi, dall'altra parte del mondo, le civiltà precolombiane. È veramente un gioilello di rarità ben custodite e ben esposte, "ovviamente" l'ingresso è gratuito. Finito di rifarci gli occhi e un pochino il cervello di, se non nuove, ulteriori conoscenze, si va via da questa bellezza di quartiere. Attraversiamo un altro ponte con tanto di sculture bisontiche 🐃, il "Dumbarton". Di passaggio mangiamo una buona insalatona dal nostro Subway, che è sempre presente nel momento del bisogno😂😂, e si torna in hotel, il caldo, oltre 33 gradi, inizia a farsi sentire. Dopo qualche ora usciamo per mangiare qualcosa prima di concludere queste quattro giornate ricche di nuove scoperte.
Che dire di questa bella città. Non è la più bella ma sicuramente una delle migliori viste degli States, per noi. Dal punto di vista archittettonico ha "rubato" tanto al neo classicismo, ma chi non l'ha fatto? poi, ricreare qualcosa di bello è un modo per omaggiarlo e loro ci sono riusciti. Palazzi e arredi urbani curati non mancano.
Zone verdi tante, anche la pulizia, oltre la polizia sono ben visibili. È una bella città, nonostante sia un pochino senz'anima, ma questo è un problema relativo a chi vi abita. Un po come tutte le grandi città "laboriose", dove tutti, come automi, vagano tra i marciapiedi col caffè in mano, diretti in ufficio. Potrebbe richiamare la nostra Milano ma è sicuramente più accogliente, meno stressata, meno sporca e meno grigia. Inoltre, per concludere, in poche grandi città, soprattutto le nostre, è tutto così fruibile gratuitamente e con facilità come qui. That's America.

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