Stamattina si parte per Chicago; ci aspettano 480 per quasi 5 ore di guida. Durante il tragitto ci fermiamo in alcune stazioni di servizio per rifocillarci. Piove e piove tanto.
Strano davvero il clima in tutto il mondo. Ogni volta chiediamo alle persone del posto e ogni volta ci dicono che quest'anno è stato pazzesco...anche da noi in Sardegna da quanto sappiamo. A circa 50 km da Chicago la pioggia fa posto ad un bel cielo, leggermente nuvoloso ma sereno. Eccoci nella grande metropoli dell'Illinois, la terza per popolazione dopo New York e Los Angeles, nostre vecchie conoscenze. Si affaccia sul Lago Michigan ed è famosa per la particolare architettura; è costellata di grattacieli, come i famosi John Hancock Center, la Willis Tower, alta 442 metri, precedentemente chiamata Sears Tower e la neogotica Tribune Tower. La città è conosciuta anche per i musei, fra cui l'Art Institute of Chicago, che ospita rinomate opere impressioniste e post-impressioniste. Duemilioniottocento abitanti circa si muovono per questa meravigliosa città. Preso possesso della camera, forse tra le migliori di tutto il nostro
viaggio, nell'hotel Ivy Boutique (assolutamente consigliato sia per cura e bellezza che per costo relativamente abbordabile) andiamo a parcheggiare. Purtroppo il difetto che colpisce tutte le grandi città americane è ben radicato anche qui; i parcheggi a pagamento. L'hotel offre il suo ampio parcheggio per la modica cifra di 50 dollari al giorno. Dobbiamo stare per 5 giorni....secondo voi? andiamo a cercare qualcosa di leggermente più economico. Gigi ha scaricato l'app dei parcheggi e quindi ne conosciamo indirizzi e costi, sempre esorbitanti. Dobbiamo lasciare ferma la macchina perché comunque sarebbe impossibile muoverci con essa e trovare parcheggio vicino ai siti di interesse. Troviamo un parcheggio a 600 metri dall'hotel, 125 dollari totali, per 5 giorni; unico vincolo di non spostarla. Praticamente il costo "ridotto" consente un solo ingresso e una sola uscita. Rassegnati, prenotiamo e paghiamo online. Troviamo il parcheggio, depositiamo l'auto e via in albergo. Stiamo mezz'oretta a decidere cosa fare e poi usciamo alla scoperta dei dintorni senza mete precise per stasera. C'è un caldo bestiale; la pioggia che anche qui si è fatta sentire ha lasciato spazio ad un caldo afoso torrido. Spostate un'ora indietro le lancette, fuso orario, iniziamo a camminare tra le vie vicine all'hotel, dirigendoci verso il fiume. Tantissima gente, molto elegante,
raffinata e soprattutto tranquilla. Non c'è lo stress newyorchese né la puzzetta sotto il naso di Boston; qui c'è tanta gente di tutti i tipi che si rilassa tra un cocktail e una passeggiata, confondendosi tra gli impiegati e i più in alto nella scala gerarchica, impettiti e lustri di tutto punto. Non riusciamo a camminare se non col naso all'insù; grattacieli sfavillanti che specchiano i loro compagni vicini; il fiume è attraversato da canoe, water taxi e tour boat; le strade, intersecantisi, sono piene di gente felice. Tra gli altri sbuca fuori l'immenso grattacielo di Trump, altissimo e bellissimo. Insomma da un primo impatto possiamo affermare che sembra bellissima Chicago. Rientriamo in hotel con già tante immagini immortalate tra macchina fotografica e cellulare.
Doccia rinfrescante e poi andiamo a magiare la specialità di Chicago: la "Deep Dish Pizza", la pizza profonda = la pizza dai bordi alti. Andiamo da colui che detiene il primato, Giordano's. Dista circa 800 metri dall'albergo e c'è già tanta gente. Aspettiamo un quarto d'ora e poi, dopo esserci accomodati, il cameriere prende la comanda e ci dice che l'attesa sarà di circa 45 minuti. Abbiamo ordinato la specialità classica: formaggio e salsa di pomodoro. Dopo esattamente 45 minuti arriva. È una bella torta salata ripiena di ottimo formaggio filante e ricoperta di una gustosa e ben condita salsa al pomodoro; è buonissima. Accompagnata da due pinte di birra la terminiamo tutta,
impresa quasi impossibile per tutti. Noi, reduci da informazioni via web, abbiamo ordinato la "small" che di small ha solo il nome. Vediamo tanti pietanze uscire dalla cucina; spaghetti al pomodoro, calamari fritti, insalatona ecc., insomma un ottimo ristorante, rinomato ma con i piedi per terra. Il rapporto qualità prezzo è unico (in positivo), direi. Staff giovane ed efficientissimo oltre che molto attento e gentile. Il locale ha due piani con gruppi di pizzaioli e forni per piano. Molto caratteristico e tipico. Soddisfatti e strapieni, paghiamo conto che riteniamo essere assolutamente giusto, quasi economico anch'esso, usciamo con l'intenzione di proseguire per andare a bere in un locale dove suonano Blues o Jazz ma sinceramente la stanchezza si fa sentire e decidiamo di tornare in hotel, andremo domani, forse. Chicago è la patria del Blues e qui in tantissimi locali suonano dal vivo, non ce li faremo mancare di sicuro, bellissimo.
Diario di viaggio. Impressioni, consigli, suggerimenti sul nostro viaggio attraverso gli States, tra città e grandi parchi.
"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"
17 Luglio, Buffalo-Sandusky
Partiamo da Buffalo in direzione Sandusky, cittadina dell'Ohaio ai piedi del lago Erie il quarto più grande lago (per superficie) dei cinque Grandi Laghi del Nord America e l'undicesimo più grande a livello mondiale. facciamo quest tappa intermedia tra Buffalo e Chicago che distano tra loro circa 900.
I Km da fare per arrivare a Sandusky sono più di 400 e quindi arriviamo dopo circa 4 ore. I limiti di velocità sono assolutamente rispettati da tutti i conducenti e non superano mai i 120 km/h nonostante le strade larghe e spesso perfette. Il nostro albergo Magnuson Hotel, sta proprio all'ingresso della cittadina di circa 25.000 anime. È stranamente economico, 52 $ a notte per una bella camera e un bel bagno. L'aspetto però è controverso, sembra un albergo fantasma; c'è anche un ristorante annesso, con tutti i mobili perfetti, quasi intatto, chiuso dall'agosto 2018 fino a data da decidersi...mmma. La piscina sul retro attrae alcuni ospiti e capiamo di non essere soli. Vicino a questo ci sono una marea di locali commerciali compreso il nostro amatissimo Walmart. La sera invece ritroviamo con immenso piacere un locale che avevamo trovato già, a St George in Utah, per la prima volta, il Texas Roundhouse.
Si tratta di una catena di ristoranti American style, con tanto di arachidi per tutti, carni buonissime e staff efficiente, giovane e veloce. Finalmente mangiamo una bistecca con contorni vari. Il prezzo varia dipendentemente dal peso e dal tipo di carne ma non supera quasi mai i 25 dollari (comprensivo di due contorni). Birra alla spina, dai 4 ai 6 dollari e un locale da vedere, tutto di legno, con diversi schermi che trasmettono i vari sport amati dal pubblico, come il baseball e qualche trofeo di caccia appeso qua e la; insomma Texas Inside. Con 50 dollari ci siamo strafogati e abbiamo finalmente mangiato "normale".
I Km da fare per arrivare a Sandusky sono più di 400 e quindi arriviamo dopo circa 4 ore. I limiti di velocità sono assolutamente rispettati da tutti i conducenti e non superano mai i 120 km/h nonostante le strade larghe e spesso perfette. Il nostro albergo Magnuson Hotel, sta proprio all'ingresso della cittadina di circa 25.000 anime. È stranamente economico, 52 $ a notte per una bella camera e un bel bagno. L'aspetto però è controverso, sembra un albergo fantasma; c'è anche un ristorante annesso, con tutti i mobili perfetti, quasi intatto, chiuso dall'agosto 2018 fino a data da decidersi...mmma. La piscina sul retro attrae alcuni ospiti e capiamo di non essere soli. Vicino a questo ci sono una marea di locali commerciali compreso il nostro amatissimo Walmart. La sera invece ritroviamo con immenso piacere un locale che avevamo trovato già, a St George in Utah, per la prima volta, il Texas Roundhouse.
Si tratta di una catena di ristoranti American style, con tanto di arachidi per tutti, carni buonissime e staff efficiente, giovane e veloce. Finalmente mangiamo una bistecca con contorni vari. Il prezzo varia dipendentemente dal peso e dal tipo di carne ma non supera quasi mai i 25 dollari (comprensivo di due contorni). Birra alla spina, dai 4 ai 6 dollari e un locale da vedere, tutto di legno, con diversi schermi che trasmettono i vari sport amati dal pubblico, come il baseball e qualche trofeo di caccia appeso qua e la; insomma Texas Inside. Con 50 dollari ci siamo strafogati e abbiamo finalmente mangiato "normale".
16 Luglio 2019, Buffalo.
Oggi ci dedicheremo alla cittadina non osando uscire in macchina perché i parcheggi sono sempre a pagamento e non costano poco, inoltre dall'albergo siamo posizionati molto bene. Buffalo è una grande città, circa 280.000 abitanti. Il nostro hotel sta a poche centinaia di metri dal Buffalo River, dove c'è una bella passerella con tanto di parco pubblico, localini e il museo militare a cielo aperto, il "Naval & Military Park".
Una lunga e curatissima esposizione di navi da guerra, monumenti ai caduti delle varie guerre, giardini e aiule curatissime e la sempre presente bandiera americana. L'attaccamento alla patria, il campanilismo e il rispetto per cose o persone che hanno fatto la storia e/o onorato l' America è invidiabile. Probabilmente per alcuni potrà sembrare esagerato ma forse questi sono i motivi per cui nessun monumento, nessun sito, nessuna bandiera o simbolo americano viene minimamente scalfito, deturpato, denigrato; il rispetto per il patrimonio pubblico, il bene comune, è lampante. Abbiamo visto, soprattutto a New York, rare manifestazioni di "odio" nei confronti di Trump e degli States come rappresentazione di una complessità di problematiche controverse anche palesi se vogliamo, ma l'attaccamento alla patria non è discutibile. Giriamo per qualche ora tra sole, navi e fiume, frequentatissimo anche dai velisti. È proprio carino qui. Sentiamo e vediamo passare spesso l'elicottero dello sceriffo e le pattuglie della polizia. C'è l'uno e gli altri e c'è anche una sede della Federal Bureau of Investigation, F.B.I., non manca nulla. Ci sbraghiamo nel parco dotato di sedie e sdraia di legno e ammiriamo quanto questi americani si prendano cura dei manufatti; stanno mettendo mano al ponte che passa sulla città. Rimaniamo piacevolmente attratti dalla capacità di seguire le comuni regole comportamentali e le normative sulla sicurezza da parte degli operai; tutti col casco, imbrago e tutti i sistemi di sicurezza che da noi sono un optional.
Un trancio di pizza e relax. Di pomeriggio rientriamo un pochino in camera. Dopo qualche ora usciamo ancora per esplorare l'interno, la Downtown. Andiamo verso una della strade più rinomate, la Churc Street ovvero la strada delle chiese, a poche centinaia di metri dal nostro hotel. Effettivamente non poteva che chiamarsi così. Ci sono almeno 6 chiese una dietro l'altra; St.Paul's Episcopal Cathedral, St.Joseph, St. Mark's Rc Churc e via. Sono tutte rigorosamente chiuse di pomeriggio e quindi le vediamo solo dall'esterno; comunque non volevamo fare il giro delle sette chiese, sia chiaro. L'architettura neo gotica le rende molto caratteristiche e affascinanti. Pioviggina. Ci ripariamo per qualche minuto e aspettiamo che passi. Passato. Ci dirigiamo per la parte centrale della cittadina. È molto carina; strade larghe, semafori dappertutto, soprattutto appesi ai fili, come fosse il bucato steso al sole. La metro, che passa di fronte a noi spesso, collega tutti i punti della città. Aiuole e fiori appesi ai lampioni e tanti localini e ristoranti
ma....non c'è nessuno. Insomma ci sono poche persone in giro e molte attività commerciali sono chiuse. Locali con insegne e interno spenti e molti chiusi. Sembra una domenica sera in una cittadina di alta montagna dopo le 18... tutto spento; una città fantasma. Ogni tanto vediamo passare la pattuglia della polizia e qualcuno a passeggio ma davvero è strano. Non abbiamo capito perché però è quasi surreale. Rientriamo in hotel, sono le 19.00. Doccia e cena giù, nel ristorante dell'hotel. Oggi pesce...fritto. Mangiare sano è davvero difficile, ci rifaremo a casa.
Una lunga e curatissima esposizione di navi da guerra, monumenti ai caduti delle varie guerre, giardini e aiule curatissime e la sempre presente bandiera americana. L'attaccamento alla patria, il campanilismo e il rispetto per cose o persone che hanno fatto la storia e/o onorato l' America è invidiabile. Probabilmente per alcuni potrà sembrare esagerato ma forse questi sono i motivi per cui nessun monumento, nessun sito, nessuna bandiera o simbolo americano viene minimamente scalfito, deturpato, denigrato; il rispetto per il patrimonio pubblico, il bene comune, è lampante. Abbiamo visto, soprattutto a New York, rare manifestazioni di "odio" nei confronti di Trump e degli States come rappresentazione di una complessità di problematiche controverse anche palesi se vogliamo, ma l'attaccamento alla patria non è discutibile. Giriamo per qualche ora tra sole, navi e fiume, frequentatissimo anche dai velisti. È proprio carino qui. Sentiamo e vediamo passare spesso l'elicottero dello sceriffo e le pattuglie della polizia. C'è l'uno e gli altri e c'è anche una sede della Federal Bureau of Investigation, F.B.I., non manca nulla. Ci sbraghiamo nel parco dotato di sedie e sdraia di legno e ammiriamo quanto questi americani si prendano cura dei manufatti; stanno mettendo mano al ponte che passa sulla città. Rimaniamo piacevolmente attratti dalla capacità di seguire le comuni regole comportamentali e le normative sulla sicurezza da parte degli operai; tutti col casco, imbrago e tutti i sistemi di sicurezza che da noi sono un optional.
Un trancio di pizza e relax. Di pomeriggio rientriamo un pochino in camera. Dopo qualche ora usciamo ancora per esplorare l'interno, la Downtown. Andiamo verso una della strade più rinomate, la Churc Street ovvero la strada delle chiese, a poche centinaia di metri dal nostro hotel. Effettivamente non poteva che chiamarsi così. Ci sono almeno 6 chiese una dietro l'altra; St.Paul's Episcopal Cathedral, St.Joseph, St. Mark's Rc Churc e via. Sono tutte rigorosamente chiuse di pomeriggio e quindi le vediamo solo dall'esterno; comunque non volevamo fare il giro delle sette chiese, sia chiaro. L'architettura neo gotica le rende molto caratteristiche e affascinanti. Pioviggina. Ci ripariamo per qualche minuto e aspettiamo che passi. Passato. Ci dirigiamo per la parte centrale della cittadina. È molto carina; strade larghe, semafori dappertutto, soprattutto appesi ai fili, come fosse il bucato steso al sole. La metro, che passa di fronte a noi spesso, collega tutti i punti della città. Aiuole e fiori appesi ai lampioni e tanti localini e ristoranti
ma....non c'è nessuno. Insomma ci sono poche persone in giro e molte attività commerciali sono chiuse. Locali con insegne e interno spenti e molti chiusi. Sembra una domenica sera in una cittadina di alta montagna dopo le 18... tutto spento; una città fantasma. Ogni tanto vediamo passare la pattuglia della polizia e qualcuno a passeggio ma davvero è strano. Non abbiamo capito perché però è quasi surreale. Rientriamo in hotel, sono le 19.00. Doccia e cena giù, nel ristorante dell'hotel. Oggi pesce...fritto. Mangiare sano è davvero difficile, ci rifaremo a casa.
14, 15 Luglio 2019 Boston-Buffalo passando per Utica.
Il 14 mattina siamo partiti da Boston con direzione Utica, piccola cittadina di transito per proseguire verso Buffalo, città ai piedi delle cascate del Niagara, nostra prossima tappa. Arriviamo a Utica dopo circa 420 km e quasi 4 ore di guida.
L'albergo della catena Day's Inn ci accoglie con tutti i confort. Non c'è niente di interassante in questa piccola città e per di più oggi è domenica, praticamente tutto chiuso. Il nostro "salvavita" Subway ci salva dai pochi ristoranti carissimi in cui servono pietanze da fast food....that's America, direi east America! 15 Luglio, dopo una buona colazione, compresa nel prezzo, così come il parcheggio (cosa ormai rara), si parte alla volta di Buffalo. I Km che ci distanziato sono 320 e in tre ore siamo al check in del Buffalo Grand Hotel; un mega hotel molto bello con camere e bagno confortevoli e puliti (sempre la moquette però). Fatta l'accoglienza, via alle cascate, a 30 km da qui. Facili da raggiungere ma i parcheggi sono tutti a pagamento, dai 10 dollari in su per l'intera giornata, ci sta.
Lasciamo la macchina in custodia al parcheggio e iniziamo l'avvicinamento. Dopo aver letto tanto , abbiamo capito che il lato migliore per apprezzare le cascate è quello canadese. Queste infatti si trovano ai confini con il Canada e per passare bisogna sbrigare le pratiche doganali, quindi passaporto, attraversamento ponte e si entra in Canada dopo le domande di rito di poliziotti giganti e molto affabili con una pronuncia FINALMENTE comprensibile per noi. Per quanto abbiamo visto noi le cascate sono tre, due sul lato americano e una, la famosa Horseshoe, che unisce le
due sponde di confine. Effettivamente si vedono benissimo, con tutta la loro imponenza, dal lato canadese. Tantissima gente non ci impedisce le foto di rito. Sotto vediamo i due battelli, uno americano e l'altro canadese, che trasportano le persone ai piedi delle cascate. I due battelli si differenziano per tipo di natante e soprattutto per il colore delle manteline usa e getta che offrono in dotazione; quello americano, il Maid of the Mist, da in dotazione le manteline di colore blu ed è a chiglia unica; quello canadese, il Hornblower, è tappezzato di rosso, il colore delle mantelline, ed è un bel catamarano. Deciso, prendiamo questo, anche noi vogliamo bagnarci completamente.
Saliti a bordo non è stato possibile neanche per un attimo usare macchina fotografica né cellulare, praticamente un bagno totale. Le mantelline ci salvano ma non dalla calca di gente. Sia arriva ai piedi dell'Horseshoe fall e si sta per un pochino qui, poi, in corrente, si torna indietro. Il tutto dura circa 20 minuti per circa 20 euro ma, per quanto singolare, non lo rifaremmo una seconda volta.
Scesi dal battello, andiamo per i meandri canadesi. Praticamente è un Luna Park, una mini Las Vegas, Disneyland, insomma una città gioco, per adulti e piccini. Attraversiamo un bel giardino, sede della Polizia, e torniamo in America, dove la trafila è veloce se hai un dollaro canadese. Per rientrare devi inserire un dollaro canadese nelle gettoniera ai tornelli, quindi, per ch dovesse venire qui, ricordarlo è necessario. Poi si fa la fila alla dogana, veloce ma con i soliti poliziotti American style che ti fanno le solite domande con accento così stretto che senti solo un mangiarsi lettere e parole, come solo loro sanno fare. Vediamo le cascate anche da qui ma sinceramente si può apprezzare soltanto la loro caduta. Una cosa invece molto visibile è la sporcizia che si accumala nelle così dette "morte", un vero schifo. Riprendiamo la macchina e torniamo in hotel, sono le 19. Doccia e cena qui stesso, nel ristorante annesso, dove i prezzi sono assolutamente abbordabili, per questi standard americani assurdi. Pizza gigante, cheeseburger con contorno e due birre per la modica cifra di 44 $ a cui si deve aggiungere la mancia....economico no?.
L'albergo della catena Day's Inn ci accoglie con tutti i confort. Non c'è niente di interassante in questa piccola città e per di più oggi è domenica, praticamente tutto chiuso. Il nostro "salvavita" Subway ci salva dai pochi ristoranti carissimi in cui servono pietanze da fast food....that's America, direi east America! 15 Luglio, dopo una buona colazione, compresa nel prezzo, così come il parcheggio (cosa ormai rara), si parte alla volta di Buffalo. I Km che ci distanziato sono 320 e in tre ore siamo al check in del Buffalo Grand Hotel; un mega hotel molto bello con camere e bagno confortevoli e puliti (sempre la moquette però). Fatta l'accoglienza, via alle cascate, a 30 km da qui. Facili da raggiungere ma i parcheggi sono tutti a pagamento, dai 10 dollari in su per l'intera giornata, ci sta.
Lasciamo la macchina in custodia al parcheggio e iniziamo l'avvicinamento. Dopo aver letto tanto , abbiamo capito che il lato migliore per apprezzare le cascate è quello canadese. Queste infatti si trovano ai confini con il Canada e per passare bisogna sbrigare le pratiche doganali, quindi passaporto, attraversamento ponte e si entra in Canada dopo le domande di rito di poliziotti giganti e molto affabili con una pronuncia FINALMENTE comprensibile per noi. Per quanto abbiamo visto noi le cascate sono tre, due sul lato americano e una, la famosa Horseshoe, che unisce le
due sponde di confine. Effettivamente si vedono benissimo, con tutta la loro imponenza, dal lato canadese. Tantissima gente non ci impedisce le foto di rito. Sotto vediamo i due battelli, uno americano e l'altro canadese, che trasportano le persone ai piedi delle cascate. I due battelli si differenziano per tipo di natante e soprattutto per il colore delle manteline usa e getta che offrono in dotazione; quello americano, il Maid of the Mist, da in dotazione le manteline di colore blu ed è a chiglia unica; quello canadese, il Hornblower, è tappezzato di rosso, il colore delle mantelline, ed è un bel catamarano. Deciso, prendiamo questo, anche noi vogliamo bagnarci completamente.
Saliti a bordo non è stato possibile neanche per un attimo usare macchina fotografica né cellulare, praticamente un bagno totale. Le mantelline ci salvano ma non dalla calca di gente. Sia arriva ai piedi dell'Horseshoe fall e si sta per un pochino qui, poi, in corrente, si torna indietro. Il tutto dura circa 20 minuti per circa 20 euro ma, per quanto singolare, non lo rifaremmo una seconda volta.
Scesi dal battello, andiamo per i meandri canadesi. Praticamente è un Luna Park, una mini Las Vegas, Disneyland, insomma una città gioco, per adulti e piccini. Attraversiamo un bel giardino, sede della Polizia, e torniamo in America, dove la trafila è veloce se hai un dollaro canadese. Per rientrare devi inserire un dollaro canadese nelle gettoniera ai tornelli, quindi, per ch dovesse venire qui, ricordarlo è necessario. Poi si fa la fila alla dogana, veloce ma con i soliti poliziotti American style che ti fanno le solite domande con accento così stretto che senti solo un mangiarsi lettere e parole, come solo loro sanno fare. Vediamo le cascate anche da qui ma sinceramente si può apprezzare soltanto la loro caduta. Una cosa invece molto visibile è la sporcizia che si accumala nelle così dette "morte", un vero schifo. Riprendiamo la macchina e torniamo in hotel, sono le 19. Doccia e cena qui stesso, nel ristorante annesso, dove i prezzi sono assolutamente abbordabili, per questi standard americani assurdi. Pizza gigante, cheeseburger con contorno e due birre per la modica cifra di 44 $ a cui si deve aggiungere la mancia....economico no?.
12,13, Luglio 2109. Boston
Domani mattina, 14 Luglio, partiamo da Boston per avvicinarci alle cascate del Niagara che si trovano vicino alla cittadina di Buffalo. Non è una trasferta corta quindi dormiremo a Utica, nello stato di New York, per una notte.
Che dire di Boston; bella. Una gran bella città, molto turistica e molto dispendiosa. Abbiamo capito che i nostri parametri e il nostro plafond devono cambiare e la cosa non ci piace tanto, non solo per quanto significhi ma soprattutto perché veniamo da esperienze un tantino diverse dove con 20 dollari dormivi in una bella stanza d'albergo e con massimo 10 dollari al giorno mangiavi tutto il buono che c'è. In America è veramente tutto OLTRE e spesso senza senso. Boston ha la bellezza di una città pulita e frequentata da bella gente, studenti e pochi homeless. Le strade sono ampie e anche là dove ci sono i bellissimi grattacieli non si ha la sensazione caotica e "labirintica" di New York. Accanto a questi vi sono poi tante case in stile coloniale e tanti siti storici per gli amanti della storia americana. Oltre alla Freedom Trail che sicuramente fa toccare tutti i punti di maggior interesse, abbiamo visitato anche altri 3 luoghi di incontro molto animati e davvero interessanti: il Coplay Square, il Government Square (fa parte del Faneuil Hall Marketplace ed è stato il luogo di incontri che hanno alimentato la Rivoluzione americana) e la parte a sud di Boston (a circa 15 km dal nostro albergo e a circa 10 dal centro città) dove si trova il Castel Island, un forte chiamato appunto Fort Indipendence, che ebbe un ruolo fondamentale nella difesa della città tra il 1700 e la seconda metà dell'800. Non abbiamo visitato il suo interno perché era chiuso e per il tour guidato avremmo dovuto aspettare troppo. scegliamo cosìddi mangiare in un locale di fast food mooolto rinomato, il Sullivan, dove con pochi dollari compriamo due panini, due hot dogs. Lo staff di giovanissimi è veloce ed efficiente e le pietanze sono abbondanti e a basso costo...ecco perché c'è tanta fila. Tantissima gente anima queste attrazioni, tanti sono gli spazi verdi che offre questa bella città. Facilissimo spostarsi con la metro che ha poche linee e di cui si può fare la carta ricaricabile (Charlie Card), comodissima, che abbiamo fatto noi. Lasciata la metro, ritiriamo la nuova macchina a noleggio (AVIS RENT) che ci servirà per i prossimi giorni fino alla fine della nostra avventura da questa parte dell'oceano Atlantico. Abbiamo notato che il Customer Service (servizio clienti) è ben diverso dall'altra costa. Qui, anche qui a Boston, la gentilezza e i sorrisi non si sprecano, così come il saluto. Vabbè, l'essere umano dicono sia bello perché vario....mmmma'
Che dire di Boston; bella. Una gran bella città, molto turistica e molto dispendiosa. Abbiamo capito che i nostri parametri e il nostro plafond devono cambiare e la cosa non ci piace tanto, non solo per quanto significhi ma soprattutto perché veniamo da esperienze un tantino diverse dove con 20 dollari dormivi in una bella stanza d'albergo e con massimo 10 dollari al giorno mangiavi tutto il buono che c'è. In America è veramente tutto OLTRE e spesso senza senso. Boston ha la bellezza di una città pulita e frequentata da bella gente, studenti e pochi homeless. Le strade sono ampie e anche là dove ci sono i bellissimi grattacieli non si ha la sensazione caotica e "labirintica" di New York. Accanto a questi vi sono poi tante case in stile coloniale e tanti siti storici per gli amanti della storia americana. Oltre alla Freedom Trail che sicuramente fa toccare tutti i punti di maggior interesse, abbiamo visitato anche altri 3 luoghi di incontro molto animati e davvero interessanti: il Coplay Square, il Government Square (fa parte del Faneuil Hall Marketplace ed è stato il luogo di incontri che hanno alimentato la Rivoluzione americana) e la parte a sud di Boston (a circa 15 km dal nostro albergo e a circa 10 dal centro città) dove si trova il Castel Island, un forte chiamato appunto Fort Indipendence, che ebbe un ruolo fondamentale nella difesa della città tra il 1700 e la seconda metà dell'800. Non abbiamo visitato il suo interno perché era chiuso e per il tour guidato avremmo dovuto aspettare troppo. scegliamo cosìddi mangiare in un locale di fast food mooolto rinomato, il Sullivan, dove con pochi dollari compriamo due panini, due hot dogs. Lo staff di giovanissimi è veloce ed efficiente e le pietanze sono abbondanti e a basso costo...ecco perché c'è tanta fila. Tantissima gente anima queste attrazioni, tanti sono gli spazi verdi che offre questa bella città. Facilissimo spostarsi con la metro che ha poche linee e di cui si può fare la carta ricaricabile (Charlie Card), comodissima, che abbiamo fatto noi. Lasciata la metro, ritiriamo la nuova macchina a noleggio (AVIS RENT) che ci servirà per i prossimi giorni fino alla fine della nostra avventura da questa parte dell'oceano Atlantico. Abbiamo notato che il Customer Service (servizio clienti) è ben diverso dall'altra costa. Qui, anche qui a Boston, la gentilezza e i sorrisi non si sprecano, così come il saluto. Vabbè, l'essere umano dicono sia bello perché vario....mmmma'
11 Luglio 2019. Boston downtown, Freedom Trail.
La metro sta proprio a 100 metri dal nostro bell'albergo, il Boston Hotel (assolutamente consigliato, nonostante il prezzo). In circa 40 minuti siamo al centro di Boston e da qui iniziamo un tragitto che si chiama Freedom Trail e che, con i suoi 4 km, si districa tra le migliori e più importanti attrazioni storiche della città.
Si parte dal Boston Common , il parco cittadino più antico degli Stati uniti, ancora curatissimo e perfetto. Da qui ci si inoltra tra monumenti, cimiteri storici e tanto altro, compreso la tomba del grande Benjamin Franklin. Nel bel mezzo del percorso si tocca il Faneuil Hall che è stato un mercato e una sala riunioni dal 1743. Faneuil Hall Marketplace comprende tre edifici storici in granito chiamati North Market, Quincy Market e South Market. È un agglomerato di locali caratteristici soprattutto il Quincy Market che dal 1826 serve questa città con tante specialità locali, compreso il pesce, anzi il Lobster, quella che loro chiamano aragosta ma che è ASTICE!!!. Questi americani non credo distinguano le due prelibatezze di mare ma noi siamo isolani di terra di pescatori del mediterraneo. Insomma qui il o la Lobster è servita come piatto d'oro, come fosse aragosta ma non lo è. Inoltre, ovviamente, non è proprio ricca di sapore come la mediterranea. Il market invece è un piacere per gli occhi; tantissima gente ma soprattutto tanti stands ricchi di ogni ben di Dio, dai dolci alle carni e crostacei.
Decidiamo di mangiare in quello che è ritenuto uno dei migliori, uno dei più vecchi locali, il Cheels. Prendiamo proprio la "specialità" Il Lobster Roll, un panino con "aragosta" e contorni. Piatto abbondante, come sempre, abbastanza saporito ma niente di più. La birra invece è sempre buona, anche qui hanno una marea di ottime birre e una tradizione birraria importante. Continuando a gironzolare ci fermiamo tra negozi e artisti di strada, sempre affascinanti. Visitiamo un vecchio laboratorio di cioccolato e poi, esausti, torniamo in hotel.
Si parte dal Boston Common , il parco cittadino più antico degli Stati uniti, ancora curatissimo e perfetto. Da qui ci si inoltra tra monumenti, cimiteri storici e tanto altro, compreso la tomba del grande Benjamin Franklin. Nel bel mezzo del percorso si tocca il Faneuil Hall che è stato un mercato e una sala riunioni dal 1743. Faneuil Hall Marketplace comprende tre edifici storici in granito chiamati North Market, Quincy Market e South Market. È un agglomerato di locali caratteristici soprattutto il Quincy Market che dal 1826 serve questa città con tante specialità locali, compreso il pesce, anzi il Lobster, quella che loro chiamano aragosta ma che è ASTICE!!!. Questi americani non credo distinguano le due prelibatezze di mare ma noi siamo isolani di terra di pescatori del mediterraneo. Insomma qui il o la Lobster è servita come piatto d'oro, come fosse aragosta ma non lo è. Inoltre, ovviamente, non è proprio ricca di sapore come la mediterranea. Il market invece è un piacere per gli occhi; tantissima gente ma soprattutto tanti stands ricchi di ogni ben di Dio, dai dolci alle carni e crostacei.
Decidiamo di mangiare in quello che è ritenuto uno dei migliori, uno dei più vecchi locali, il Cheels. Prendiamo proprio la "specialità" Il Lobster Roll, un panino con "aragosta" e contorni. Piatto abbondante, come sempre, abbastanza saporito ma niente di più. La birra invece è sempre buona, anche qui hanno una marea di ottime birre e una tradizione birraria importante. Continuando a gironzolare ci fermiamo tra negozi e artisti di strada, sempre affascinanti. Visitiamo un vecchio laboratorio di cioccolato e poi, esausti, torniamo in hotel.
10 Luglio 2109. Da New York a Boston. Trasferimento
Oggi lasciamo questa caotica e pazzesca metropoli per andare nella bella città di Boston, capitale del Massachusetts. Per non dimenticare i nostri trascorsi asiatici prendiamo il bus. Con circa 13 dollari a testa abbiamo prenotato i biglietti online.
Lasciato l'albergo, il Club Quarters Hotel in Wall Street, a 300 metri da quello in cui risiedevano con Isa e Jonathan, ci dirigiamo con la metro alla stazione dei bus in Time Square. L'hotel che avevamo è stato davvero confortevole, bellissima stanza e tanto altro, compresa l'ottima posizione ma non vi diciamo quanto ci è costato, è meglio. Purtroppo abbiamo potuto assodare che la grande mela è la più cara meta raggiunta; i prezzi di qualsiasi cosa, compreso il fast food, il cibo da strada e un semplice gelato, sono allucinanti. Pensavamo che con Singapore o le Fiji avessimo già dato ma qui è stato oltre. Partiamo puntualissimi alle 12,01 (giuro 01'). È stato abbastanza facile districarsi tra metro e bus, nonostante il carico dei nostri due zaini. Si parte; 4 ore e mezza con una pausa di 15 minuti e siamo a Boston. Dalla stazione di arrivo prendiamo la metro che è un ibrido tra sotterranea e aerea. Anche Boston ha un servizio pubblico invidiabile e quasi tutti utilizzano i mezzi a disposizione compreso la metro che è efficentissima. Saltano subito le differenze agli occhi e al naso, direi; qui sono tutti abbastanza curati. Non solo le persone ma anche la città che scorgiamo dai finestrini della Metro. C'è una enormità di "fighettini"; tanta bella gente pulita e ordinata; giovani carini e semplici che hanno e danno una parvenza di sobrietà.
Nessun barbone a bordo, nessun odore nauseabondo e la gente è normopeso! Perdonate ciò che sembra una banalità ma lungi da me esserlo. New York è sicuramente enorme rispetto a Boston ed ha sicuramente tante grandissime problematiche irrisolte ma la gente è davvero abbandonata a sé stessa, senza un briciolo di autostima o cura della propria salute, parlo di chi può permettersi di mangiare. Quali siano le motivazioni ce lo siamo chiesti e forse potremmo anche dare delle risposte ma non in questo contesto. Tra le tante piaghe l'obesità, quella grave, è diffusissima per non parlare degli homeless. Tornando a Boston, ha due delle migliori università del mondo, la Boston University e la Harvard; ha sedi storiche importanti e sicuramente l'ambiente è un tantino IN. Domani andremo a vedere e toccare con mano, anzi con piedi, il suo cuore storico, oggi restiamo in zona albergo e ceniamo "messicano"....non è proprio messicano, troppo poco grasso. 😂😂
Lasciato l'albergo, il Club Quarters Hotel in Wall Street, a 300 metri da quello in cui risiedevano con Isa e Jonathan, ci dirigiamo con la metro alla stazione dei bus in Time Square. L'hotel che avevamo è stato davvero confortevole, bellissima stanza e tanto altro, compresa l'ottima posizione ma non vi diciamo quanto ci è costato, è meglio. Purtroppo abbiamo potuto assodare che la grande mela è la più cara meta raggiunta; i prezzi di qualsiasi cosa, compreso il fast food, il cibo da strada e un semplice gelato, sono allucinanti. Pensavamo che con Singapore o le Fiji avessimo già dato ma qui è stato oltre. Partiamo puntualissimi alle 12,01 (giuro 01'). È stato abbastanza facile districarsi tra metro e bus, nonostante il carico dei nostri due zaini. Si parte; 4 ore e mezza con una pausa di 15 minuti e siamo a Boston. Dalla stazione di arrivo prendiamo la metro che è un ibrido tra sotterranea e aerea. Anche Boston ha un servizio pubblico invidiabile e quasi tutti utilizzano i mezzi a disposizione compreso la metro che è efficentissima. Saltano subito le differenze agli occhi e al naso, direi; qui sono tutti abbastanza curati. Non solo le persone ma anche la città che scorgiamo dai finestrini della Metro. C'è una enormità di "fighettini"; tanta bella gente pulita e ordinata; giovani carini e semplici che hanno e danno una parvenza di sobrietà.
Nessun barbone a bordo, nessun odore nauseabondo e la gente è normopeso! Perdonate ciò che sembra una banalità ma lungi da me esserlo. New York è sicuramente enorme rispetto a Boston ed ha sicuramente tante grandissime problematiche irrisolte ma la gente è davvero abbandonata a sé stessa, senza un briciolo di autostima o cura della propria salute, parlo di chi può permettersi di mangiare. Quali siano le motivazioni ce lo siamo chiesti e forse potremmo anche dare delle risposte ma non in questo contesto. Tra le tante piaghe l'obesità, quella grave, è diffusissima per non parlare degli homeless. Tornando a Boston, ha due delle migliori università del mondo, la Boston University e la Harvard; ha sedi storiche importanti e sicuramente l'ambiente è un tantino IN. Domani andremo a vedere e toccare con mano, anzi con piedi, il suo cuore storico, oggi restiamo in zona albergo e ceniamo "messicano"....non è proprio messicano, troppo poco grasso. 😂😂
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