"quando avremo ottanta anni, avremo probabilmente imparato tutto dalla vita .
Il problema sarà ricordarlo"

16 Luglio 2019, Buffalo.

Oggi ci dedicheremo alla cittadina non osando uscire in macchina perché i parcheggi sono sempre a pagamento e non costano poco, inoltre dall'albergo siamo posizionati molto bene. Buffalo è una grande città, circa 280.000 abitanti. Il nostro hotel sta a poche centinaia di metri dal Buffalo River, dove c'è una bella passerella con tanto di parco pubblico, localini e il museo militare  a cielo aperto, il "Naval & Military Park".
Una lunga e curatissima esposizione di navi da guerra, monumenti ai caduti delle varie guerre, giardini e aiule curatissime e la sempre presente bandiera americana. L'attaccamento alla patria, il campanilismo e il rispetto per cose o persone che hanno fatto la storia e/o onorato l' America è invidiabile. Probabilmente per alcuni potrà sembrare esagerato ma forse questi sono i motivi per cui nessun monumento, nessun sito, nessuna bandiera o simbolo americano viene minimamente scalfito, deturpato, denigrato; il rispetto per il patrimonio pubblico, il bene comune, è lampante. Abbiamo visto, soprattutto a New York, rare manifestazioni di "odio" nei confronti di Trump e degli States come rappresentazione di una complessità di problematiche controverse anche palesi se vogliamo, ma l'attaccamento alla patria non è discutibile. Giriamo per qualche ora tra sole, navi e fiume, frequentatissimo anche dai velisti. È proprio carino qui.  Sentiamo e vediamo passare spesso l'elicottero dello sceriffo e le pattuglie della polizia. C'è l'uno e gli altri e c'è anche una sede della Federal Bureau of Investigation, F.B.I., non manca nulla. Ci sbraghiamo nel parco dotato di sedie e sdraia di legno e ammiriamo quanto questi americani si prendano cura dei manufatti; stanno mettendo mano al ponte che passa sulla città. Rimaniamo piacevolmente attratti dalla capacità di seguire le comuni regole comportamentali e le normative sulla sicurezza da parte degli operai; tutti col casco, imbrago e tutti i sistemi di sicurezza che da noi sono un optional.
Un trancio di pizza e relax. Di pomeriggio rientriamo un pochino in camera. Dopo qualche ora usciamo ancora per esplorare l'interno, la Downtown. Andiamo verso una della strade più rinomate, la Churc Street ovvero la strada delle chiese, a poche centinaia di metri dal nostro hotel. Effettivamente non poteva che chiamarsi così. Ci sono almeno 6 chiese una dietro l'altra; St.Paul's Episcopal Cathedral,  St.Joseph, St. Mark's Rc Churc e via. Sono tutte rigorosamente chiuse di pomeriggio e quindi le vediamo solo dall'esterno; comunque non volevamo fare il giro delle sette chiese, sia chiaro. L'architettura neo gotica le rende molto caratteristiche e affascinanti. Pioviggina. Ci ripariamo per qualche minuto e aspettiamo che passi. Passato. Ci dirigiamo per la parte centrale della cittadina. È molto carina; strade larghe, semafori dappertutto, soprattutto appesi ai fili, come fosse il bucato steso al sole. La metro, che passa di fronte a noi spesso, collega tutti i punti della città. Aiuole e fiori appesi ai lampioni e tanti localini e ristoranti
ma....non c'è nessuno. Insomma ci sono poche persone in giro e molte attività commerciali sono chiuse. Locali con insegne e interno spenti e molti chiusi. Sembra una domenica sera in una cittadina di alta montagna dopo le 18... tutto spento; una città fantasma. Ogni tanto vediamo passare la pattuglia della polizia e qualcuno a passeggio ma davvero è strano. Non abbiamo capito perché però è quasi surreale. Rientriamo in hotel, sono le 19.00. Doccia e cena giù, nel ristorante dell'hotel. Oggi pesce...fritto. Mangiare sano è davvero difficile, ci rifaremo a casa.

14, 15 Luglio 2019 Boston-Buffalo passando per Utica.

Il 14 mattina siamo partiti da Boston con direzione Utica, piccola cittadina di transito per proseguire verso Buffalo, città ai piedi delle cascate del Niagara, nostra prossima tappa. Arriviamo a Utica dopo circa 420 km e quasi 4 ore di guida.
L'albergo della catena Day's Inn ci accoglie con tutti i confort. Non c'è niente di interassante in questa piccola città e per di più oggi è domenica, praticamente tutto chiuso. Il nostro "salvavita" Subway ci salva  dai pochi  ristoranti carissimi in cui servono pietanze  da fast food....that's America, direi east America! 15 Luglio, dopo una buona colazione, compresa nel prezzo, così come il parcheggio (cosa ormai rara), si parte alla volta di Buffalo. I Km che ci distanziato sono 320 e in tre ore  siamo al check in del Buffalo Grand Hotel; un mega hotel molto bello con camere e bagno confortevoli e puliti (sempre la moquette però). Fatta l'accoglienza, via alle cascate, a 30 km da qui. Facili da raggiungere ma i parcheggi sono tutti a pagamento, dai 10 dollari in su per l'intera giornata, ci sta.
Lasciamo la macchina in custodia al parcheggio e iniziamo l'avvicinamento. Dopo aver letto tanto , abbiamo capito che il lato migliore per apprezzare le cascate è quello canadese. Queste infatti si trovano ai confini con il Canada e per passare bisogna sbrigare le pratiche doganali, quindi passaporto, attraversamento ponte e si entra in Canada dopo le domande di rito di poliziotti giganti e molto affabili con una pronuncia FINALMENTE comprensibile per noi. Per quanto abbiamo visto noi le cascate sono tre, due sul lato americano e una, la famosa Horseshoe, che unisce le
due sponde di confine. Effettivamente si vedono benissimo, con  tutta la loro imponenza, dal lato canadese. Tantissima gente non ci impedisce le foto di rito. Sotto vediamo i due battelli, uno americano e l'altro canadese, che trasportano le persone ai piedi delle cascate. I due battelli si differenziano per tipo di natante e soprattutto per il colore delle manteline usa e getta che offrono in dotazione; quello americano, il Maid of the Mist, da in dotazione le manteline di colore blu ed è a chiglia unica; quello canadese, il Hornblower,  è tappezzato di rosso, il colore delle mantelline, ed è un bel catamarano. Deciso, prendiamo questo, anche noi vogliamo bagnarci completamente.
Saliti a bordo non è stato possibile neanche per un attimo usare macchina fotografica né cellulare, praticamente un bagno totale. Le mantelline ci salvano ma non dalla calca di gente. Sia arriva ai piedi dell'Horseshoe fall e si sta per un pochino qui, poi, in corrente, si torna indietro. Il tutto dura circa 20 minuti per circa 20 euro ma, per quanto singolare, non lo rifaremmo una seconda volta.
Scesi dal battello, andiamo per i meandri canadesi. Praticamente è un Luna Park, una mini Las Vegas, Disneyland, insomma una città gioco, per adulti e piccini. Attraversiamo un bel giardino, sede della Polizia, e torniamo in America, dove la trafila è veloce se hai un dollaro canadese. Per rientrare devi inserire un dollaro canadese nelle gettoniera ai tornelli, quindi, per ch dovesse venire qui, ricordarlo è necessario. Poi si fa la fila alla dogana, veloce ma con i soliti poliziotti American style che ti fanno le solite domande con accento così stretto che senti solo un mangiarsi lettere e parole, come solo loro sanno fare. Vediamo le cascate anche da qui ma sinceramente si può apprezzare soltanto la loro caduta. Una cosa invece molto visibile è la sporcizia che si accumala nelle così dette "morte", un vero schifo. Riprendiamo la macchina e torniamo in hotel, sono le 19. Doccia e cena qui stesso, nel ristorante annesso, dove i prezzi sono assolutamente abbordabili, per questi standard americani assurdi. Pizza gigante, cheeseburger con contorno e due birre per la modica cifra di 44 $ a cui si deve aggiungere la mancia....economico no?.

12,13, Luglio 2109. Boston

Domani mattina, 14 Luglio, partiamo da Boston per avvicinarci alle cascate del Niagara che si trovano vicino alla cittadina di Buffalo. Non è una trasferta corta quindi dormiremo a Utica, nello stato di New York, per una notte.
Che dire di Boston; bella. Una gran bella città, molto turistica e molto dispendiosa. Abbiamo capito che i nostri parametri e il nostro plafond devono cambiare e la cosa non ci piace tanto, non solo per quanto significhi ma soprattutto perché veniamo da esperienze un tantino diverse dove con 20 dollari dormivi in una bella stanza d'albergo e con massimo 10 dollari al giorno mangiavi tutto il buono che c'è. In America è veramente tutto OLTRE e spesso senza senso. Boston ha la bellezza di una città pulita e frequentata da bella gente, studenti e pochi homeless. Le strade sono ampie e anche là dove ci sono i bellissimi grattacieli non si ha la sensazione caotica  e "labirintica" di New York. Accanto a questi vi sono poi tante case in stile coloniale e tanti siti storici per gli amanti della storia americana. Oltre alla Freedom Trail che sicuramente fa toccare tutti i punti di maggior interesse, abbiamo visitato anche altri 3 luoghi di incontro molto animati e davvero interessanti: il Coplay Square, il  Government Square (fa parte del Faneuil Hall Marketplace ed è stato il luogo di incontri che hanno alimentato la Rivoluzione americana) e la parte a sud di Boston (a circa 15 km dal nostro albergo e a circa 10 dal centro città) dove si trova il Castel Island, un forte chiamato appunto Fort Indipendence, che ebbe un ruolo fondamentale nella difesa della città tra il 1700 e la seconda metà dell'800. Non abbiamo visitato il suo interno perché era chiuso e per il tour guidato avremmo dovuto aspettare troppo. scegliamo cosìddi mangiare in un locale di fast food mooolto rinomato, il Sullivan, dove con pochi  dollari compriamo  due panini, due hot dogs. Lo staff di giovanissimi è veloce ed efficiente e le  pietanze sono abbondanti e a basso costo...ecco perché c'è tanta fila. Tantissima gente anima queste attrazioni, tanti sono gli spazi verdi che offre questa bella città. Facilissimo spostarsi con la metro che ha poche linee e di cui si può fare la carta ricaricabile (Charlie Card), comodissima, che abbiamo fatto noi. Lasciata la metro, ritiriamo la nuova macchina a noleggio (AVIS RENT) che ci servirà per i prossimi giorni fino alla fine della nostra avventura da questa parte dell'oceano Atlantico. Abbiamo notato che il Customer Service (servizio clienti) è ben diverso dall'altra costa. Qui, anche qui a Boston, la gentilezza e i sorrisi non si sprecano, così come il saluto. Vabbè, l'essere umano dicono sia bello perché vario....mmmma'

11 Luglio 2019. Boston downtown, Freedom Trail.

La metro sta proprio a 100 metri dal nostro bell'albergo, il Boston Hotel (assolutamente consigliato, nonostante il prezzo). In circa 40 minuti siamo al centro di Boston e da qui iniziamo un tragitto che si chiama Freedom Trail e che, con i suoi 4 km, si districa tra le migliori e più importanti attrazioni storiche della città.
Si parte dal Boston Common , il parco cittadino più antico degli Stati uniti, ancora curatissimo e perfetto. Da qui ci si inoltra tra monumenti, cimiteri storici e tanto altro, compreso la tomba del grande Benjamin Franklin. Nel bel mezzo del percorso si tocca il Faneuil Hall che è stato un mercato e una sala riunioni dal 1743.  Faneuil Hall Marketplace comprende tre edifici storici in granito chiamati North Market, Quincy Market e South Market. È un agglomerato di locali caratteristici  soprattutto il Quincy Market che dal 1826 serve questa città con tante specialità locali, compreso il pesce, anzi il Lobster, quella che loro chiamano aragosta ma che è ASTICE!!!. Questi americani non credo distinguano le due prelibatezze di mare ma noi siamo isolani di terra di pescatori del mediterraneo. Insomma qui il o la Lobster è servita come piatto d'oro, come fosse aragosta ma non lo è. Inoltre, ovviamente, non è proprio ricca di sapore come la mediterranea. Il market invece è un piacere per gli occhi; tantissima gente ma soprattutto tanti stands ricchi di ogni ben di Dio, dai dolci alle carni e crostacei.
Decidiamo di mangiare in quello che è ritenuto uno dei migliori, uno dei più vecchi locali, il Cheels. Prendiamo proprio la "specialità" Il Lobster Roll, un panino con "aragosta" e contorni. Piatto abbondante, come sempre, abbastanza saporito ma niente di più. La birra invece è sempre buona, anche qui hanno una marea di ottime birre e una tradizione birraria importante. Continuando a gironzolare ci fermiamo tra negozi e artisti di strada, sempre affascinanti. Visitiamo un vecchio laboratorio di cioccolato e poi, esausti, torniamo in hotel.

10 Luglio 2109. Da New York a Boston. Trasferimento

Oggi lasciamo questa caotica e pazzesca metropoli per andare nella bella città di Boston, capitale del Massachusetts. Per non dimenticare i nostri trascorsi asiatici prendiamo il bus. Con circa 13 dollari a testa abbiamo prenotato i biglietti online.
Lasciato l'albergo, il Club Quarters Hotel in Wall Street, a 300 metri da quello in cui risiedevano con Isa e Jonathan, ci dirigiamo con la metro alla stazione dei bus in Time Square. L'hotel che avevamo è stato davvero confortevole, bellissima stanza e tanto altro, compresa l'ottima posizione ma non vi diciamo quanto ci è costato, è meglio. Purtroppo abbiamo potuto assodare che la grande mela è la più cara meta raggiunta; i prezzi di qualsiasi cosa, compreso il fast food, il cibo da strada e un semplice gelato, sono allucinanti. Pensavamo che con Singapore o le Fiji avessimo già dato ma qui è stato oltre. Partiamo puntualissimi alle 12,01 (giuro 01'). È stato abbastanza facile districarsi tra metro e bus, nonostante il carico dei nostri due zaini. Si parte; 4 ore e mezza con una pausa di 15 minuti e siamo a Boston. Dalla stazione di arrivo prendiamo la metro che è un ibrido tra sotterranea e aerea. Anche Boston ha un servizio pubblico invidiabile e quasi tutti utilizzano i mezzi a disposizione compreso la metro che è efficentissima. Saltano subito le differenze agli occhi e al naso, direi; qui sono tutti abbastanza curati. Non solo le persone ma anche la città che scorgiamo dai finestrini della Metro. C'è una enormità di "fighettini"; tanta bella gente pulita e ordinata; giovani carini e semplici che hanno e danno una parvenza di sobrietà.
Nessun barbone a bordo, nessun odore nauseabondo e la gente è normopeso! Perdonate ciò che sembra una banalità ma lungi da me esserlo. New York è sicuramente enorme rispetto a Boston ed ha sicuramente tante grandissime problematiche irrisolte ma la gente è davvero abbandonata a sé stessa, senza un briciolo di autostima o cura della propria salute, parlo di chi può permettersi di mangiare. Quali siano le motivazioni ce lo siamo chiesti e forse potremmo anche dare delle risposte ma non in questo contesto. Tra le tante piaghe l'obesità, quella grave, è diffusissima per non parlare degli homeless. Tornando a Boston, ha due delle migliori università del mondo, la Boston University e la Harvard; ha sedi storiche importanti e sicuramente l'ambiente è un tantino IN. Domani andremo a vedere e toccare con mano, anzi con piedi, il suo cuore storico, oggi restiamo in zona albergo e ceniamo "messicano"....non è proprio messicano, troppo poco grasso. 😂😂

3-10 Luglio 2019. New York

Arriviamo alla Grande Mela, New York. Per una settimana saremo ospiti di questa grande metropoli. Siamo in buona compagnia, Isa e Jonathan. In questa occasione è stato un loro compito organizzare visite e itinerari dandoci l'opportunità di rilassarci un' attimino. Dall'aeroporto il servizio Uber ci porta fino all' albergo; siamo in Downtown, un centinaio di metri dalla famigerata e famosissima Borsa di NY in Wall Street. La posizione è fantastica, siamo nel quore finanziario di NY, con tutti i mezzi di trasporto a disposizione e il Ponte di Brooklyn a qualche centinaio di metri.
Preso possesso della camera, l'albergo è il Four Points by Sheraton, Iniziamo subito a organizzarci per andare a visitare la città. Quando siamo pronti per uscire è circa mezzogiorno. Iniziamo il nostro tour per NY proprio dalla nostra zona, o meglio, vorremo prendere il battello per andare a vedere la Statua della libertà, il molo d'imbarco dista poco meno di un chilometro. Lo raggiungiamo in dieci minuti e aimè, la fila per il biglietto è lunghissima. Cambio di programma, prenotiamo i biglietti via Web servendoci del telefonino. Vedremo la Statua della Libertà lunedì mattina, giorno in cui dovranno ripartire Isa e Jonathan, volo previsto per le 20:00. OK, deciso, visiteremo i dintorni dell'albergo, rigorosamente a piedi. Prima tappa La Borsa che nella sua facciata mette in bella mostra una bandiera gigantesca degli Stati Uniti.Non immaginavamo un campanilismo e un attaccamento alla bandiera così radicato; in questi due mesi, dovunque abbiamo girovagato per gli USA, abbiamo visto bandiere stelle e strisce appese in ogni dove, anche nei posti e nelle case più isolate, da non crederci. Nell'angolo opposto all'edificio della Borsa c'è la Federal Hall, edificio storico protagonista di tanti eventi che portarono all'unione degli stati e dove, il 30 aprile del 1789 George Washington fu insignito della carica di primo presidente degli Stati Uniti.
Da qui si va al Ground Zero. Con un magone allo stomaco vediamo le due fontane che hanno preso il posto delle svanite torri e che commemorano le vittime di quell' infausto 11 settembre. Ci tornano in mente le immagini del giorno e continuiamo a chiederci il perché, perché l'uomo diventi così crudele. Proseguiamo tra grattacieli e costruzioni stravaganti, creazioni architettoniche generate da persone dotate di una fantasia geneniale, come il creatore dell'Oculus, struttura veramente impressionante. Di sera ci spostiamo in metropolitana per raggiungere Chelsea Market dove gironzoliamo tra High Line e The Vassel sino all'ora di cena. La giornata si conclude così, per oggi è abbastanza. 
Il 4 Luglio negli Stati Uniti è festa nazionale, Indipendence Day, in questo giorno nel 1776  tredici colonie si distaccarono dal Regno di Gran Bretagna dichiarando, appunto, l'indipendenza. La giornata è bellissima e a noi ci attende Coney Island Beach. Scesi dalla metropolitana ci accoglie subito il suo, anzi suoi parchi divertimento, montagne russe e ogni tipo di ''giostre'' che uno possa immaginare. La gente è tanta, considerando il giorno festivo ce lo
aspettavamo. Gironzoliamo fino ad arrivare in spiaggia; qui la gente non è tanta ma tantissima. I turisti si confondono con la gente del posto e inizia un viaggio nel viaggio. Gli americani non perdono l'occasione per vestire stelle e strisce, è l'apoteosi dell'umanità. La giornata è calda, la gente in festa, scendere in spiaggia è impossibile, troppa gente, continuiamo a passeggiare cercando refrigerio in un lungo pontile e qui gruppi di Portoricani (isola amministrata americana) esprimono tutta la loro naturale spensieratezza organizzando ''band'' di percussioni a ritmo di salsa e merenghe. È una goduria vedere e convivere questa festa. Dal pontile si vede meglio l'affollamento della spiaggia, impressionante, penso di non aver mai visto così tanta gente in spiaggia. Mi ricordano le colonie di pinguini che si vedono nei documentari, uno attaccato all'altro ma tutti riescono a convivere in allegria.
Trascorriamo così quasi tutta la giornata, esperienza unica. Da quì ci spostiamo a Brooklyn. Il 4 luglio ci sono i fuochi d'artificio dovunque ma Brooklyn è il posto più rappresentativo, si dice, proprio sotto il famoso ponte e noi non ce li vogliamo perdere per niente al mondo. Lo spettacolo è stato unico ed inimitabile, lo ricorderemo probabilmente per sempre.

Nei giorni successivi abbiamo girato i simboli più turistici di NY, da Central Park a Brooklyn e il suo famoso Ponte, passando per una bella serata trascorsa in Time Square e Broadway senza farci mancare la Statua della Libertà ed Ellys Island, pregna di storia e storie di immigrazione.
Abbiamo assaggiato i  piatti tipici di NY, Il Bagel, panino col buco, di Ess-a-Bagel (locale molto rinomato per questi) o il Pastrami ( Carne marinata e trattata per tante ore, piatto di origine Ebrea) di Katz's (anche questo locale molto noto) o ancora la Pizza (made in NY) di Juliana, direi ottima. Quasi tutte pietanze d'oltre oceano diventate piatti ''onorari'' di NY.
L '8, dopo la visita alla statua della libertà, Isa e Jonathan, i nostri ci ceroni di queste giornate Neworkesi, ci lasciano per tornare a Los Angeles. Noi ci tratteniamo ancora due notti, cambiando albergo e avvicinandoci di più a Wall street.
Il giorno successivo torniamo a Central Park per visitare il Metropolitan Museum, da non perdere (biglietto 25$). In mezzo a tante meraviglie, trascorriamo quasi tutta la giornata. Torniamo in albergo dobbiamo riorganizzare i bagagli e fare il punto della situazione, domani si riparte, destinazione Boston.
Considerazioni su NY:  mezzi di trasporto pubblici efficientissimi con una rete metro invidiabile. Biglietto una corsa, 2.75 dollari; abbonamento per 7 giorni (che abbiamo fatto noi) per linee e corse illimitate, 33 dollari.
È così come si immagina; caotica, "frettolosa", multirazziale, pazza, viva ma aimè molto sporca e devo dire che i NewYorkesi non sono proprio così Friendly come gli americani dell'altra costa. Sono estremamente distratti, poco cordiali e molto poco accoglienti.

29, 30 Giugno; 01,02 Luglio 2019. Burbank

Jonathan & Isa's Home at Burbank.
Siamo tornati il 29 mattina a Burbank, Los Angeles, ospiti dei due piccioncini. Stiamo con loro, qui, fino al 3 a mezzanotte, ora in cui partiremo tutt'e quattro per New York.
Domenica 30, dopo aver riconsegnato la macchina dopo esattamente 49 giorni, siamo andati in giro per le bellezze dei dintorni Losangeleschi. Pranziamo, anzi facciamo il Brunch in un famoso locale che, secondo Gordon Ramsay, dovrebbe essere il miglior ristorante, per il Brunch,  degli Sates: Home. Sì, si chiama così e si trova in una località a due passi da Burbank, Los Feliz. Vi dirò che il locale è carino ma le pietanze sono davvero deliziose e servite con gran cura da uno staff gentile, alla mano e come sempre molto professionale. Dopo la "colaziopranzo" andiamo al Griffith Park, che già conosciamo per il bellissimo panorama su Los Angeles e per il  suo osservatorio  e il museo annesso in cui, però non eravamo ancora entrati. Oggi lo visitiamo. È davvero interessante, soprattutto per chi ama lo spazio, la fisica e la terra, con i suoi mille perché. Stiamo per qualche ora prima di andare a prendere un buonissimo gelato e poi tornare a casa. La sera brinderemo al fine domenica con birre (ottime, scelte da Jonathan) e pizza (Pizza Hut, very good!), dopo aver fatto qualche partita a domino, che vede Gigi vincitore. Il 1° luglio e il 2 ci vedranno indaffarati tra blog, bagagli e piccole cose da riordinare prima di lasciare definitivamente (per questa volta) la West Coast; Isa e Jonathan sono entrambi a lavoro e torneranno la sera per cenare insieme almeno per questi ultimi due giorni qui. Il 3 luglio alle 00.00 partiremo per New York dove ci aspettano i festeggiamenti del 4 luglio e...tanto altro.